Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata in compagnia del Direttore del Settore Giovanile, ecco quanto ci siamo detti.
Benvenuto Direttore, oggi tocca a te, non si scappa! Andiamo subito nel vivo, dopo la stagione precedente dove abbiamo raggiunto traguardi importanti quali sono gli obiettivi che ti poni quest’anno?
Ciao! Da quando sono in Accademia, l’anno scorso è stato sicuramente il primo anno vissuto dalla A alla Z, quindi senza la pandemia di mezzo. Sicuramente non può essere un punto di arrivo ma è un punto di partenza. L’obiettivo che ci siamo prefissati è, quindi, quello di migliorare per ogni singola categoria agonistica il risultato dell’anno precedente. Per quanto riguarda la nostra attività di base il fine ultimo è sempre quello lavorare per far crescere più giocatori possibili che possono arrivare a far parte della nostra agonistica o che possano fare esperienze come i ragazzi che quest’anno ci hanno salutato, andati a giocare nei professionisti. Il nostro è un progetto non a breve ma a lungo termine. Sullo sviluppo interno non si guada il risultato immediato, ma ci si focalizza sul futuro senza imporsi vincoli di tempo controproducenti alla crescita dei singoli e del gruppo.
A proposito, come spesso accade, questa stagione parte con cambiamenti e conferme, come è accaduto?
Sì, è vero. Abbiamo cambiato dopo quattro anni di lavoro e ci può stare che uno staff cambi. Abbiamo ringraziato le persone che oggi non sono più con noi perché indubbiamente ci hanno dato una mano in questi quattro anni e ci hanno aiutato a crescere. La vita ti pone davanti a dei mutamenti che spesso sono legittimati dalle dinamiche che li provocano. Sono convinto che non sarà un addio con qualcuno di loro, ma sarà un semplice arrivederci. Parallelamente sono soddisfatto delle persone entrate a far parte della nostra famiglia quest’anno. Sicuramente sono figure adatte a continuare il percorso di crescita intrapreso ormai quattro anni fa a. Sono molto contento e convinto che faremo molto bene! Ci sono tutti i presupposti per migliorarsi, quindi per centrare gli obiettivi stagionali dall’Under 17 all’Under nove. Vedremo!
È quindi un percorso, un rapporto che perdura da quattro anni e che porta in sé un’ulteriore relazione, quella con Inter. Ce ne parli?
Non ci possono essere fraintendimenti: il mio rapporto con Accademia e con Inter è stupendo.
In Accademia mi sento a casa. Ringrazio di cuore il Presidente perché mi tratta come uno di famiglia, ma non posso limitarmi solo a lui: menzioni particolari le hanno il Direttore Generale, Gianluca Gaudio e il Direttore Sportivo, Marco Marchetti, c’è una forte relazione che ci lega e che ci permette di lavorare nel migliore dei modi. Lo stesso vale con i miei più stretti collaboratori!
Per quanto riguarda Inter, penso che non ci sia nulla da aggiungere a quanto già concretamente si vede e si percepisce: è un legame costante, quotidiano. Sono grato a tutte le persone con cui ho la fortuna di collaborare: dal primo referente di Inter in Accademia, che è stato Fabio Sacco, passando poi a Luca Pedrinelli, inoltre c’è un rapporto costante con l’area scouting di Alberto Saccuman e non posso non citare Paolo Migliavacca e tutti i mister che in questi mesi hanno lavorato con e per i nostri ragazzi. È molto forte la presenza di Inter e la forza di Inter risiede proprio nel costruire i rapporti tra le persone. Quindi, la famiglia biancorossa e la famiglia nerazzurra si mescolano e fanno sì che in tutti i Centri di Formazione arrivino quei risultati notevoli che abbiamo visto anche nella stagione appena terminata. Un rapporto molto saldo e leale che sono convinto ci aiuterà nel percorso di crescita dei ragazzi, della Società ed è d’aiuto anche alle famiglie che scelgono di puntare su di noi.
Abbiamo mandato un bel po’ di ragazzi nei professionisti, sei contento?
Come ho detto in precedenza è uno degli obiettivi che ci prefiggiamo. Mi piacerebbe far crescere i ragazzi il più possibile perché siamo una società che punta fortissimo sui giovani e cerca di chiudere il loro percorso facendoli esordire in prima squadra o, appunto, mandare più giocatori possibili in casa madre, come con Zanaria e Ariu (senza dimenticare il mio fidato prof. Andrea Bruno), o nei professionisti come è successo con Orlando, Romanini, Franchini, Bari, Sosa, Frittoli. Sono contento per loro che andranno a fare un percorso diverso e, come società, sono contento di averli aiutati a raggiungere questo loro obiettivo. Tralasciando poi i professionisti, la strada è quella di tenerli in casa e di farli esordire il prima possibile in prima squadra, come è successo quest’anno con tanti ragazzi del nostro settore giovanile, per esempio Bernini, Nappi, o lo stesso Romanini: ragazzi che sono cresciuti da noi e che sono il fulcro del processo selettivo che conduce poi alla prima squadra.
La stagione ha da poco preso il via, quali sono le parole chiave che la caratterizzeranno?
Passione e disciplina. Mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita ed è qualcosa che cerco di trasmettere ai ragazzi per tenere sempre acceso e controllato il loro fuoco interiore.
Grazie Direttore, ci vediamo in campo!
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